A volte, a sentire certi discorsi fatti da chi si trova in posizioni di comando, strategiche rispetto alla condizione dei lavoratori, verrebbe da spaccare il mondo. E’ quanto mi è accaduto ieri quando ho assistito al battibecco tra Renzi e Iacopino sulle condizioni dell’Ordine dei Giornalisti. “Fosse per me, è noto da tempo, io l’Ordine dei Giornalisti lo abolirei..!!!” ha affermato Renzi, dopo che il Presidente dell’Ordine Nazionale aveva evidenziato le condizioni pietose in cui versano i precari dell’informazione, cioè quelli che di norma rappresentano la colonna portante di ogni redazione e che guadagnano in media 4mila euro l’anno. Sono rimasto sorpreso dal fatto che Renzi, senza mezzi termini, abbia puntato il dito su una categoria che davvero rappresenta il quarto potere in Italia, e che non manca di mettere in atto guerre interne spietate come la diatriba recente tra lo stesso Iacopino e Lorusso, il presidente di Assostampa. Ma, allo stesso tempo, quello che viene taciuta da Iacopino è la rabbia malcelata di tutti quei giornalisti che negli ultimi due anni sono stati cancellati da alcuni Ordini regionali (contro il parere dell’Ordine Nazionale) – in primis quello della Puglia - perché una norma del regolamento dei giornalisti, redatto da tutti i “grandi” giornalisti che bazzicano attorno alle cariche nazionali e regionali, prevedeva e prevede che se un giornalista non dimostra in un biennio di aver fatto un certo numero di articoli o servizi regolarmente retribuiti venga brutalmente cancellato dall’ordine… A meno che non abbia più di quindici anni di iscrizione, perché quelli non si toccano… Tutto questo a me risulta davvero strano e chiederei al grande Iacopino, come ho chiesto con una mail senza risposta, come mai ci si lamenta soltanto di un certo tipo di precariato quando con l’altra mano si tagliano le gambe a tanti giovani che cercano di fare giornalismo senza riuscire ad essere contrattualizzati? E come mai per essere un giornalista bisogna per forza essere pagati? Ma forse c’è qualche giornalista che non vorrebbe essere pagato? E perché dopo 15 anni di iscrizione nessuno viene toccato anche se non esercita l’attività da anni? Qualcosa non quadra. Il vero giornalista è quello che fa giornalismo e viene pubblicamente riconosciuto come tale o solo chi grazie ad amici compiacenti si paga il suo bel F24 e compra di fatto la sua permanenza nell’albo? E’ accaduto così che anche direttori responsabili di una testata giornalistica, che fanno questo lavoro per passione e senza pretendere pagamenti, magari perché dipendenti pubblici, siano stati depennati senza colpo ferire. Tutte queste domande le ho rivolte a Iacopino tempo fa, ma anche a un giornalista delle Iene, a Foggia per un servizio. Il primo non ha risposto, il secondo mi ha detto di mandare una lettera alla redazione… poi si vedrà… La verità allora è un’altra. E bene fa Renzi se l’ordine dei giornalisti deciderà di cancellarlo, perché si tratta di un carrozzone dove vengono gestiti milioni di euro senza tutelare davvero chi, per lavoro o per passione, professionista o pubblicista, racconta alla gente i fatti. Magari anche quelli di tutta questa vicenda dei giornalisti depennati di cui nessuno si è mai sognato di parlare.
Emanuele Faccilongo