“Gli studenti pendolari di Carlantino e di molti altri paesi dei Monti Dauni, con le novità introdotte quest’anno, tornano a casa alle 16.30 e sono oggettivamente penalizzati. Chiediamo ai presidi delle scuole superiori della provincia di Foggia di considerare seriamente il problema e di trovare una giusta soluzione assieme alle famiglie e alle nostre comunità”.
E’ Ivana D’Amelio, vicesindaco di Carlantino, a porre all’attenzione dell’opinione pubblica e dei dirigenti scolastici un problema che, da qualche mese, sta creando preoccupazione in studenti e famiglie. “A partire da quest’anno è entrata in vigore la riforma delle scuole superiori, riforma che prevede un cambio negli indirizzi di studio e negli orari di lezione – spiega D’Amelio - Il numero delle ore è stato ridotto e di conseguenza non è più possibile fare le ore di lezione da 50 minuti, come avveniva finora nelle varie scuole. Fin qui tutto nella norma. Il problema è che le ore di lezione sono state ridotte solo alle classi prime, mentre i Presidi hanno applicato il divieto di riduzione a 50 minuti per tutte le classi, comprese quelle che non vanno a riforma. Così ci troviamo con classi in cui si fanno 36 ore settimanali e, senza la riduzione oraria a 50 minuti, i ragazzi si ritrovano a uscire tutti i giorni alle 14 o alle 14.15. Questo significa che non possono prendere il pullman del ritorno prima delle 14.50 e arrivano a casa verso le 16.30”. Il problema, oltre a Carlantino, riguarda anche gli studenti pendolari delle scuole superiori che risiedono a Celenza Valfortore, San Marco la Catola, Alberona, Roseto Valfortore, Faeto e molti altri piccoli centri dei Monti Dauni. “A Cambobasso – prosegue la vicesindaco - alcuni Presidi, rendendosi conto della situazione, hanno adattato l’orario riportando quello delle classi successive se non a 50 minuti almeno a 55, per consentire ai tanti studenti pendolari di tornare a casa a un’ora decente”. A Lucera, invece, ci sono ancora molte resistenze ad adottare una soluzione che vada incontro alle esigenze di studenti e famiglie. “A nome di moltissime famiglie e di numerosi studenti dei Monti Dauni – conclude D’Amelio – chiedo soltanto che si trovi una giusta soluzione al problema, in modo da assicurare anche ai pendolari il pieno diritto allo studio”.
fonte: comune