FOGGIA – “L’istituzione, in via sperimentale, della Commissione Unica Nazionale sul prezzo del grano duro è un punto di partenza positivo, fortemente auspicato e sostenuto in tutti questi anni da CIA Agricoltori Italiani. Adesso occorre che questo strumento sia calibrato su un obiettivo prioritario su tutti gli altri: garantire meccanismi di formazione del prezzo che diano giusto valore alla qualità del grano, al lavoro e alla funzione dei produttori di grano pugliesi e italiani”. Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Agricoltori Italiani Capitanata, esprime con queste parole la soddisfazione dell’organizzazione agricola. “La Puglia è la regione in cui si produce la maggior parte del grano duro italiano e Foggia è la provincia che detiene il primato della quantità e della qualità, oltre che del numero di imprese agricole produttrici e di trasformazione”, ha aggiunto Ferrandino. “Negli ultimi anni, il valore riconosciuto al lavoro svolto dai produttori cerealicoli è stato ben al di sotto di un’equa valutazione. Le quotazioni riconosciute al nostro grano duro troppo spesso non sono state né eque né remunerative. I meccanismi di formazione del prezzo da riconoscere ai produttori non hanno garantito l’equilibrio necessario tra le parti interessate. Tutto questo ha avuto delle conseguenze dolorose, tra cui una diminuzione degli ettari coltivati a grano duro e un decremento della produzione. In termini assoluti questo significa un impoverimento del settore, con meno investimenti, meno redditività e meno lavoro. Dall’istituzione della CUN sperimentale ci aspettiamo un primo e importante passo per invertire la tendenza negativa”, ha spiegato Michele Ferrandino. Il 3 febbraio, la Borsa Merci della Camera di Commercio di Foggia ha confermato lo stallo delle quotazioni del grano duro delle ultime settimane: quotazioni invariate per il biologico (minimo 330 - massimo 340 euro a tonnellata), il fino (300-305), il buono mercantile (290-295) e il duro mercantile (280-285).
“Sempre a proposito del settore cerealicolo, abbiamo apprezzato che dal Mipaaf, attraverso le dichiarazioni del sottosegretario L’Abbate, sia arrivata l’apertura a una modifica del provvedimento che introduce il registro cereali. Per la nostra organizzazione restano in piedi alcune priorità a tal proposito: innanzitutto la necessità di un tavolo di confronto fra tutti gli attori della filiera con l'obiettivo di una maggiore trasparenza. Occorre evitare appesantimenti burocratici. Il percorso già in vigore per vino e olio ha dimostrato che, senza forzature e con un discorso condiviso, si possono raggiungere importanti risultati in termini di trasparenza, evitando però eccessivi carichi burocratici”.