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DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE, IL VANGELO

Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti. 

“Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio. 

 

 Dal Vangelo secondo Giovanni

 

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

Parola del Signore

 

Omelia di mons. Roberto Brunelli.

E' risorto: possiamo risorgere anche noi

 

E' Pasqua! Una riflessione sulla festa centrale della fede cristiana può prendere spunto da una frase, all'apparenza fuori argomento: "Guardare con gli occhi di Dio".

Questa suggestiva espressione è di papa Francesco, estrapolata da un suo discorso sulla sapienza. "Non si tratta" ha detto il papa "semplicemente della saggezza umana, che è frutto della conoscenza e dell'esperienza: la sapienza-dono dello Spirito è la grazia di poter vedere ogni cosa con gli occhi di Dio. E' vedere il mondo, vedere le situazioni, le congiunture, i problemi, tutto, con gli occhi di Dio. Alcune volte noi vediamo le cose secondo il nostro piacere o secondo la situazione del nostro cuore, con amore o con odio, con invidia... No, questo non è l'occhio di Dio. La sapienza è quello che fa lo Spirito Santo in noi, affinché noi vediamo tutte le cose con gli occhi di Dio".

Il motivo per cui ricordiamo oggi la sapienza sta nel fatto che essa è uno dei frutti della Pasqua, e noi lo riceviamo nella misura in cui viviamo la Pasqua.

Cerco di chiarirlo. Da giorni risuona nei nostri incontri l'augurio di "buona Pasqua", tanto ripetuto da divenire quasi automatico e così perdere di senso. Sarà forse altrettanto automatico, ma almeno è esplicito il saluto che oggi si scambiano sorridenti i cristiani di tradizione orientale: "Cristo è risorto!" dice uno, incontrando un amico o anche uno sconosciuto; "Cristo è risorto!" risponde l'altro. Tuttavia, in occidente o in oriente che sia, ci si può chiedere perché continuare a celebrare un evento di duemila anni fa: e la risposta porta a scoprire che la Pasqua di Gesù, cioè il suo passaggio dalla morte alla vita, è l'apice di una vicenda cominciata tanto tempo prima, e nel contempo la fonte del suo seguito, ancora ben lontano dall'essersi esaurito.

La vicenda affonda le sue radici nell'infinita bontà divina, che offre agli uomini la redenzione, vale a dire la possibilità di superare la malizia di cui sono impastati. Per questo Dio scelse Abramo, i discendenti del quale costituirono l'ambito in cui accogliere il Redentore. Allo scopo gradatamente li istruì, e tante volte intervenne ad aiutarli: in particolare mandando Mosè a liberarli dalla schiavitù cui erano stati sottoposti in Egitto. Proprio là si cominciò a parlare di Pasqua, cioè "passaggio": è il passaggio notturno di un castigo che sterminò i primogeniti egiziani, risparmiando invece le case degli ebrei segnate dal sangue di un agnello; è il prodigioso passaggio del mare, con cui un insieme di persone divenne un popolo, cui Dio diede una terra e una legge.

Gli ebrei hanno poi sempre considerato questi fatti come l'epopea nazionale, ricordandola ogni anno con la festa detta appunto Pasqua, e confidando nell'aiuto di Dio per altre liberazioni dalla soggezione a popoli stranieri. Quando il Redentore è giunto, si aspettavano di essere liberati dal dominio romano; non avevano capito i tanti preannunci che l'Atteso sarebbe venuto a liberare gli ebrei, ma anche tutti gli altri popoli, e non da soggezioni politiche ma dalla soggezione al male che tutti ci portiamo dentro.

L'Atteso lo ha fatto sobbarcandosi i peccati di tutti, espiandoli con la propria morte liberamente accettata e vincendo la stessa morte con la risurrezione. Questa è la Pasqua che festeggiamo, il passaggio di Gesù dalla morte alla vita; e lo festeggiamo, perché egli offre a quanti hanno fede in lui di partecipare alla sua vittoria: sin da adesso, chiedendogli e ottenendo di passare dalla morte spirituale del male in cui siamo invischiati a una vita libera dai gravami che la soffocano, libera di guardare tutto e tutti con gli occhi di Dio, tanto libera da poter accogliere, quando sarà, il dono di condividere la sua stessa vita, per sempre.

Buona Pasqua a chi legge queste note: intesa così, lo sarà davvero. Cristo è risorto, e ci offre la possibilità di risorgere con lui.

Fonte: Chiesa. it

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Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata. Cronaca Politica Sport e Curiosità, questi sono alcuni degli ingredienti della nuova testata giornalistica. Qualcuno potrebbe obbiettare che per una realtà come Lucera, i quotidiani on line siano troppi. Mi permetto di non essere d'accordo, in quanto più voci raccontano la realtà, più possono essere divulgati i pareri e le opinioni della gente, dopotutto la democrazia è sopratutto questo. La nostra testata, infatti, è libera e dà libero accesso a chiunque voglia collaborare ed esprimere il proprio pensiero, sottolineo che comunque il rapporto è libero e gratuito. Ringrazio sin da ora chiunque potrà dare la sua la fattiva collaborazione. Dopo essere stato uno degli editori, di Sunday Radio ed una delle sue voci più famose per tantissimi anni, mi appresto ora ad affrontare una nuova avventura, questa volta nel web e spero che questa sia foriera di successi e nuove soddisfazioni. Le premesse e l'entusiasmo ci sono, a voi lettori il giudizio finale.

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