L’avvento delle ferie e delle feste d’agosto rappresenta da sempre, per Lucera, un momento particolare.
Aumentano le presenze, gli spettacoli e le esigenze delle varie categorie.
E’ anche nella gestione di questi momenti che si valutano le capacità di un’amministrazione.
Quelle dell’amministrazione Tutolo non sembrano brillare neppure in tale occasione.
Le presenze sono poche; il cartellone degli eventi e’ davvero risibile, anche senza confrontarlo con quello dei paesi limitrofi che pure scontano problemi di bilancio; la gestione delle varie esigenze e’ pietosa.
In passato, anche di fronte a manifestazioni di grande spessore, le amministrazioni non hanno mai sacrificato le esigenze dei commercianti e dei gestori; si è sempre cercato di trovare un punto d’intesa, affinché tutti potessero godere del clima agostano e tutti potessero lavorare in questi giorni che rappresentano indubbiamente un’opportunità’, in un contesto economico sempre più asfittico.
L’amministrazione in carica, invece, non sembra avere rispetto di tali esigenze, in specie di quelle di alcuni gestori che non sono mai stati vicini alle posizioni della pagnotta.
E così arrivano provvedimenti limitativi della libertà commerciale solo di alcuni e non di tutti e poi ci si lamenta della mancata collaborazione degli stessi gestori che dovrebbero comunque prodigarsi per la riuscita di un evento collocato nel cartellone (si fa per dire) estivo dell’amministrazione.
Sembra una questione di poco conto, ma in realtà essa dimostra come non ci sia la volontà da parte del Sindaco, di risolvere i problemi in modo da contemperare le corali necessita’ di una città, bensì solo l’approccio di chi ritiene di poter gestire in modo apodittico le cose: il classico “comando tutto io, faccio tutto io, io sono meglio di voi e capisco più di voi”.
Basta assistere ai consigli comunali per rendersene conto: dai banchi della maggioranza si leva puntuale un atteggiamento di superiorità etica e morale che non si comprende bene da dove derivi, ma che costituisce il leitmotiv di tutte le discussioni.
La logica conseguenza di tale convinzione e’ un approccio totalitario e radicale ai problemi della città, che si registra in tutte le decisioni prese e che e’ ben rappresentato dalla vicenda del pino caduto in Via Napoli.
La reazione dell’amministrazione e’ stata quella solita: la colpa non è nostra ma di chi ci ha preceduti e per risolvere il problema, lo eliminiamo alla radice.
Dunque, vengono tagliati tutti gli alberi che adornavano quella strada e che avevano accompagnato la crescita di generazioni di ragazzi, anziché percorrere la meno traumatica via della manutenzione.
Così è stato per tutte le decisioni sin qui prese dal Sindaco: si spreca l’acqua? Chiudiamo le fontane; c’e’ una rotatoria che non funziona bene? Anziché sistemarla, la togliamo; c’e’ qualche dipendente comunale che abusa dei buoni pasto? Li neghiamo a tutti; ci sono problemi di bilancio? Dichiariamo il predissesto; si sente la puzza? Chiudiamo l’azienda.
E così via, senza preoccuparsi delle conseguenze disastrose che un tale approccio produce.
Tanto le macerie del tessuto sociale ed economico di questa città non spettera’ sicuramente a loro raccoglierle.
Progetto comune