Con l’ ’approvazione in Consiglio dei Ministri del nuovo testo del Decreto Sviluppo ( detto anche D.L. Crescita 2.0) dopo quello di maggio, convertito in Legge nel luglio u.s., l’Italia, al pari degli altri Paesi europei, sembra ormai essersi definitivamente avviata verso la completa attuazione della digitalizzazione dei servizi che, insieme all’e.governamente, la banda larga, l’open data, entreranno presto ( lo si voglia o no) a far parte del nostro lessico oltre che dei nostri quotidiani comportamenti. Insomma, la tante volte declamata Agenda Digitale questa volta sembra essere davvero decollata. Può darsi che ci voglia tempo perché gli italiani diventino consapevoli, come lo sono i cittadini degli altri Stati molto più avanti di noi in questo campo, degli innumerevoli vantaggi che derivano dall’uso corrente del digitale nei rapporti tra loro e la P.A., oltre che tra quelli privati. Del resto, indietro non si torna; le proiezioni future sono verso la dematerializzazione di tutti i servizi e procedure. Così: l’e.commerce, la moneta elettronica, la firma digitale, i documenti informatici, i pagamenti on line, sostituiranno tonnellate di carte, timbri, firme ecc,che fanno perdere agli italiani intere giornate dietro file interminabili agli sportelli e spostamenti in auto con relativi costi e disagi. Tra le novità più importanti dell’agenda digitale: Il documento unico elettronico valido come carta d’identità e tessera sanitaria, il fascicolo universitario elettronico. A partire dall’anno scolastico 2013-2014, nelle scuole sarà progressivamente possibile adottare libri di testo in versione esclusivamente digitale. E’, invece, già possibile iscriversi on line e “dialogare” con la scuola per avere notizie sul percorso scolastico dei propri figli. Per la diffusione della banda Larga, con quasi 800 milioni di euro stanziati (la maggior parte, 600, per il sud) l’obiettivo è portare la connessione a 2 mbps nelle zone non ancora coperte, mentre vengono fortemente semplificate alcune procedure e adempimenti autorizzatori per favorire anche la diffusione della banda ultralarga, tramite wireless, e delle nuove tecnologie di connessione. Altre norme del decreto in esame riguardano i pagamenti digitali (obbligatori ) per la P.A..; l’utilizzo della PEC quale strumento indispensabile per cittadini e uffici pubblici che sostituirà le comunicazioni cartacee. Tutte le P.A. e gli enti pubblici avranno l’obbligo di comunicare attraverso la posta elettronica certificata e dovranno rendere fruibili da chiunque e in modo semplice, i loro siti web ( obbligatorio averne uno) sui quali dovrà essere riportata l’attività dell’Ente; dati, documenti e atti rilasciati e la loro richiedibilità tramite web; saranno realtà le ricette mediche e le cartelle sanitarie on line così come la possibilità di prenotare visite ed esami. Una delle innovazioni più importanti per l’agenda digitale, anche per i risparmi di spesa che ne deriveranno, è la notificazione degli atti giudiziari on line, tramite PEC. I consumatori poi oltre ad essere certi di poter trovare un sistema di pagamento elettronico in ogni locale pubblico e in tutti gli uffici avranno la possibilità di effettuare i pagamenti delle bollette anche tramite cellulare o richiedendo un ‘apposito servizio alle poste che permetterà di pagare, con sistemi elettronici, direttamente all’incaricato a domicilio. Insomma, una vera e propria rivoluzione che prima o poi ci coinvolgerà tutti. La speranza è che non si sia più costretti a vedere file interminabili di anziani davanti all’INPS o ai patronati; oppure presso i CUP delle AASL, ai comuni, per chiedere qualsiasi certificato o adempiere ai doveri che la legge impone ( cambi di residenza, domicilio ecc). Certo ci rendiamo conto che non sarà facile per larghi strati della popolazione, specie i più anziani e i residenti in comuni morfologicamente disagiati, abituarsi a questi nuovi sistemi; pensiamo per esempio che la Puglia, ( che pure ha adottato strumenti legislativi all’avanguardia), secondo i dati dell’ISTAT aggiornati a dicembre 2011 e riferiti allo stesso anno, è tra le ultime regioni nell’utilizzo di internet nei rapporti con la P.A. (il 19,3%) e che le persone che utilizzano internet, con più di 6 anni, sempre in Puglia, lo fanno nella maggior parte dei casi solo per connettersi con facebook e simili o per scaricare dati e musica, ma non si può per questo rinviare sempre la modernizzazione del Paese. E’ compito, invece, del legislatore, trovare e predisporre gli strumenti idonei a rimuovere efficacemente, non solo a parole, le barriere culturali, sociali ed economiche che impediscono a tutti l’accesso ai servizi che abbiamo appena analizzato.
Dr Salvatore Aiezza ( Funzionario Ministero Interno e innovatore P.A.)