L’uomo della strada, il povero pensionato che va a ritirare, quasi vergognandosi, la sua povera pensione all’ufficio postale è in preda al più nero disorientamento da quando è stata fatta circolare la voce che potrebbero eliminare anche la tredicesima. Colpa dello spread, la risposta del vicino di sportello. L’altro: cosa sarà mai questo demonio dello spread, che falcidia ogni giorno stipendi e trattamenti di quiescenza, fa aumentare i prezzi, minaccia i risparmi, sta portando l’Italia vicino al baratro del fallimento? E perché mai la nostra politica e quella internazionale non riescono ad abbattere tale mostro della finanza? Sono domande impegnative a cui nemmeno i tanti soloni dell’economia riescono a dare una risposta. La verità é che siamo passati da una guerra militare ad una finanziaria, non meno pericolosa. Si dice che i guai strutturali dipendono dal fatto che l’Europa non riesce ad esprimere una politica omogenea, nel senso che ogni Stato membro si amministra secondo le proprie leggi. Allora, c’è da chiedersi: a che servono i tanti i carrozzoni di Bruxelles, il parlamento europeo, le commissioni e quant’altro, che avrebbero dovuto proprio far convergere le politiche dell’eurozona verso obiettivi comunitari e solidali , pur nel rispetto della identità di fondo di ciascuno? E’ questo che non è avvenuto, per cui gli organismi europei si sono ridotti a dirci quali zucchine o pomodori dobbiamo mangiare! Naturalmente i grandi vecchi della finanza internazionale giocano facile in questa situazione, dove le crepe tra i vari Stati consentono approvvigionamenti e dismissioni di grandi quantitativi di denaro, che costano molto di più agli Stati maggiormente indebitati e meno a quelli che hanno i bilanci più o meno in ordine, come la Germania e, in qualche misura la Francia.
Noi, italiani, ci eravamo illusi, con la discesa in campo della super doppietta dei Mario (Mario Monti e Mario Draghi) di poter dare autorevolezza alla nostra azione estera e consentire allo spread di fare marcia indietro, quello stesso spread che ha costretto Berlusconi a dimettersi. Non è stato così, perché i mercati guardano alla sostanza di politica economica e non a chi la mette in pratica. E più la politica è in disordine, in sofferenza, titubante, più i manovratori della finanza hanno vita facile. E’ vero che in tanti diventano più poveri ( ma sono quelli già poveri!), ma le grandi operazioni di speculazione finanziaria fanno anche più ricchi. Insomma, se la politica non darà segni di compattezza nella direzione di avere una visione univoca in economia non ci sarà possibilità che lo spread possa scendere a livelli sostenibili. Purtroppo, i nostri della politica non si rendono conto e continuano a litigare sulle coppie di fatto e simili, dimenticando i problemi veri, drammatici che attanagliano gli italiani. Ovviamente, gli speculatori della finanza nazionale e internazionale se la ridono e se la spassano. E’ superfluo aggiungere che in una situazione del genere il Mezzogiorno paga di più, aggiungendo sofferenze(le preesistenti) a sofferenze( attuali).