Chi l’ha detto che Pd e PDL non possono dare vita ad un Governo? Si sostiene da più parti che, dopo venti anni di antiberlusconismo, è complicato mettere insieme due partiti che si sono dati randellate da orbi. La storia italiana ci viene in soccorso e ci dice, invece, che il “matrimonio” è possibile. Nella VII Legislatura (1976-1978) i due maggiori partiti dell’epoca, la DC di Aldo Moro e il PCI di Enrico Berlinguer, riportarono grosso modo lo stesso risultato nella consultazione politica nazionale del 1976, motivo per il quale si presentò subito la difficoltà di far nascere una maggioranza omogenea, così come veniva interpretata allora, cioè con le forze di sinistra, ma senza i comunisti. Erano anche allora tempi difficili sia dal punto di vista economico che dell’ordine pubblico, tanto è vero che risale a quel periodo l’uccisione di Aldo Moro (1978), frutto dei cosiddetti anni di piombo. Sembrava una cosa impossibile far lavorare insieme democristiani e comunisti, che allora non avevano nulla in comune, specie in politica estera. Entrarono, così, in campo i due grossi mediatori dei partiti, Moro e Berlinguer, i quali incominciarono a tessere una tela delicatissima, anche nella direzione di evitare una esplosione delle rispettive basi elettorali. E così nacque il cosiddetto governo della solidarietà nazionale o della non sfiducia, Questo significò che il PCI entrò nella maggioranza parlamentare, pur senza condividere le responsabilità di Governo, che fu affidato a quella vecchia volpe di Giulio Andreotti. Quest’ultimo, a sua volta, era il nemico giurato di Moro all’interno della DC, per cui quest’altra operazione risultò a molti un miracolo dello statista pugliese, il quale accantonò la rivalità personale per porsi davvero al servizio del Paese.
Coloro che hanno una certa età e perciò testimoni di quei momenti possono attestare che l’attuale contrapposizione PD-PDL è ben poca cosa rispetto a quella che contrassegnò la vita dei democristiani e dei comunisti. Questi, difatti, anche nelle amministrazioni locali, si contrapponevano energicamente e talvolta anche venendo alle mani. I rossi e i bianchi se le davano di santa ragione. Eppure, nell’interesse nazionale, fu possibile compiere il miracolo politico di mettere insieme due forze sempre contrapposte ed espressione di un elettorato completamente diverso. Dopo 37 anni da quegli avvenimenti, la storia sembra ripresentarci lo stesso quadro storico e politico con due contendenti diversi ma ugualmente divisi da rivalità apparentemente insanabili. Sotto certi aspetti la situazione di oggi è ancor più complicata, dato che è in discussione la sopravvivenza della stessa economia di mercato, come dire la rivisitazione al ribasso del nostro modello di vita occidentale. E’ vero che non ci sono più le brigate rosse, ma è pur vero che la condizione di disagio sociale potrebbe portare all’esasperazione e far spuntare ancora una volta gravi pericoli di ordine pubblico. Dunque, Pd e PDL possono trovare la maniera di collaborare, purché, come fecero Moro e Berlinguer, vengano messi di parte quelle ragioni di ostilità che hanno contrapposto sinora la politica dei due partiti.