Non sanno più come dipingere i meridionali. Quando utilizziamo male (e qualche volge non proprio legalmente!) siamo degli spendaccioni e incapaci nelle occasioni in cui ci lasciamo passare inutilizzate sotto il naso risorse disponibili, senza avere la capacità progettuale di tradurle in opereutilizzarle. Facciamo il mea culpa: un po’ ce le andiamo a cercare tali definizioni poco edificanti. Infatti, proprio recentemente è giunta da Bruxelles la notizia che il Sud non ha impiegato risorse per la cifra di un miliardo e mezzo di euro, proprio per la incapacità a saper convertire tali risorse nella progettazione esecutiva di opere culturali e paesaggistiche ( Poin e Pain). A ciò si aggiunge il fatto che sono in bilico altri due miliardi di euro che potrebbero ritornare nelle casse dell’Unione Europea, qualora le opere già programmate non abbiano il crisma della regolarità dal punto di vista della messa in esecuzione. Insomma, si conferma la cronaca incapacità del Mezzogiorno a saper spendere, salvo quando vi sono ragioni clientelari. Dinanzi a queste pesanti denunce dell’UE nessuno ha il coraggio di scendere in campo e spiegarci le ragioni di tali inadempienze, che fanno a pugni con i problemi atavici ed emergenti riguardanti proprio l’arretratezza strutturale che si evince in quasi tutti i settori di riferimento. Queste volta vengono trascurati i problemi della cultura e della materia paesaggistica, che pure sono sempre oggetto di dibattito e dai quali potrebbero scaturire elementi anche di ritorno economico, insieme alla tutela del nostro inestimabile patrimonio in questi comparti.
Cala un penoso silenzio su queste denunce, che certamente non depongono a favore della nostra classe dirigente, che, però, è sempre pronta a piangere quando si tratta di battere cassa in vista di programmazioni di ordine finanziario. Evidentemente le responsabilità vanno oltre la sfera regionale e, comunque, locale. In ambito governativo abbiamo avuto spesso Ministri per il Mezzogiorno, che avrebbero dovuto vigilare attentamente sulla programmazione europea e sulle condizioni di applicabilità delle norme in chiave esecutiva. Non averlo fatto compiutamente è certamente una manifestazione di grave irresponsabilità, che coinvolge anche l’azione complessiva dei Governi di turno. Fa rabbia apprendere che in diverse regioni del Sud si scialacqui ancora tranquillamente per far fronte a richieste di clientele impegnate nel soddisfo di esigenze che tante volte poco hanno a che fare con gli interessi della collettività. Fa rabbia apprendere che si consumano cifre esorbitanti per liquidare tante costose consulenze - alcune delle quali di dubbia utilità - mentre si trascurano programmi di ampio respiro, che davvero potrebbero mettere in marcia settori fondamentali per le economie territoriali. Tutto tace. I nostri governanti nazionali e regionali dovrebbero trovare le soluzioni per evitare che l’UE continui a bacchettarci e fare in modo di cancellare queste brutte pagine a carico della classe politica dirigente. Invece, tutto tace, come se la cosa appartenesse ad altro pianeta!