Lucio Battisti in una delle sue più belle canzoni “Sì, Viaggiare” inneggiava il piacere e la gioia che pervadono l’animo quando lo si fa; è sempre gradevole esplorare posti nuovi ed apprendere usi e costumi appartenenti a culture tramandateci dal passato. Essere un turista però non sempre può risultare soddisfacente, specialmente se lo stesso si ritrova in comuni mal gestiti o poco organizzati come il nostro. Fino ad oggi qualcuno ha provato ad immedesimarsi nella figura del turista a Lucera?
Con fierezza i lucerini elogiano i monumenti e la cultura della città, pur essendo la sua esistenza ignara a molti, senza riflettere sui disagi che il “turista ignoto” ritrova lungo il percorso esplorativo. Non è facile esserlo in una città storica con mille risorse e testimonianze come la nostra, cui l’immobilismo e l’indifferenza comunale hanno contribuito a un regresso sociale mai visto nelle precedenti amministrazioni.
Lucera è città d’arte ricca di scenari architettonici di enorme rilevanza e prestigio, lasciati quasi in toto al degrado, al vandalismo, alla noncuranza dell’istituzione comunale.
Le amministrazioni limitrofe del Subappennino pur avendo un esiguo patrimonio culturale sono riuscite nel tempo a valorizzare territorio, storia, gastronomia locale. L’amministrazione di Lucera cos’ha valorizzato in questi anni dall’insediamento ad oggi nello stesso ambito?
Qualche settimana fa in zona Porta Foggia si sono scoperte delle “Fosse granarie” consistenti in antiche cavità a forma di campana dove veniva conservato il frumento in salvo dalle cagioni distruttive che, a differenza dei silos in elevazione, non presentavano problemi di sicurezza statica per l'assenza delle pressioni laterali del grano ammassato, né rischiavano possibili incendi per autocombustione delle granaglie, che facilmente si infuocavano. Si sa con certezza che queste venivano utilizzate in tutte le principali città del Tavoliere fin dai tempi di Federico II.
Esse hanno un’elevata valenza storica che molti comuni hanno ben pensato di valorizzare, tra cui la città di Cerignola. Purtroppo lo stesso non è avvenuto a Lucera dato che il Sindaco e l’amministrazione hanno pensato di richiuderle mettendo tutto a tacere e lasciando la “gatta da pelare” ai posteri a alla Soprintendenza per i Beni culturali. Trattasi di inerzia, incapacità o inettitudine?
Ritornando al “turista ignoto”, vi illustreremo delle considerazioni per cercare quantomeno di elevare questa prestigiosa figura e risorsa umana di passaggio nella nostra comunità cittadina.
Da premettere che, come anni addietro, il centro informazioni turistiche alle porte di Lucera, continua a rimanere chiuso ed il visitatore per avere delle informazioni deve recarsi presso quello presente in zona Piazza Duomo (a trovarlo vista la scarsa segnaletica).
Tra le mete più gettonate dai turisti e dotate di maggiore rilevanza storica ritroviamo: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Villa comunale, Il museo civico “Giuseppe Fiorelli” allestito nel Palazzo Nicastri, l’Anfiteatro Augusteo e la Fortezza Svevo-Angioina, fiore all’occhiello del patrimonio lucerino.
L’entusiasmo del turista nel recarsi presso la Fortezza è prioritario data la bellezza della Torre “della Leonessa”, i resti del palazzo di Federico II e l’estensione della cinta muraria di circa 990 metri, voluta dal re Carlo I D’Angiò. Purtroppo lo sventurato, non è mai al corrente di cosa gli aspetterà durante il tragitto e al raggiungimento della meta.
Dovrà percorrere un viale alberato, impervio e instabile dovuto ad una pavimentazione sconnessa (volendo essere ottimisti), delimitato da parapetti in cemento armato logorati che, per via dell’instabilità del terreno, risultano pericolanti ed erbacce e rifiuti sparsi ai margini dello stesso. Che fine ha fatto il progetto vincitore del concorso di idee indetto dall’amministrazione circa un anno fa, inerente il rifacimento di tutto Viale Castello? Sono stati intercettati i fondi per la realizzazione oppure si trattava solo di “polvere negli occhi”?
Giunto alla Fortezza lungo il vialetto perimetrale della cinta muraria, come qualche anno addietro, l’illustre sconosciuto troverà le innumerevoli buche dell’impianto d’illuminazione del Castello, ormai da anni devolto a causa dell’inciviltà e barbaria di quanti rappresentano la “vergogna” della condizione umana alla portata di tutti, dove la vegetazione ha avuto il sopravvento. Inoltre dovrà essere cauto nel percorrerlo onde evitare di caderci dentro, dato che alcune sono talmente coperte dalla vegetazione, da non essere facilmente visibili.
Povero turista…..quanta attenzione deve porre durante tutto il tragitto cercando di oltrepassare il pericolo e soprattutto poveri predecessori del tempo che fu, per la gloria di un passato trasmesso con fierezza e ormai perito e lasciato nel dimenticatoio….Infine poveri noi per la condizione umiliante impostaci!
Forse non tutti sanno, che l’intera struttura della Fortezza presenta crepe sempre più evidenti nel corso degli anni a causa dell’instabilità del terreno. Soprattutto il versante sud della collina è soggetto da tempo ad un vistoso dissesto idrogeologico, mentre quello opposto, grazie alla diligenza delle passate amministrazioni, è stato risanato con successo tramite l’intercettazione di fondi. Per il consolidamento e ripristino della cinta muraria e il consolidamento del Palatium, i fondi necessari ammonterebbero a circa 18 milioni di euro. A tal proposito il Sindaco, tempo fa perpetuando la solita campagna elettorale, promise di interessarsi scrivendo una lettera (inconcludente) al ministro dei beni culturali Franceschini, perché prendesse in considerazione il problema. Consapevolmente e astutamente omise l’importante dettaglio nel dire pubblicamente che, il sito essendo di proprietà del comune di Lucera, veniva escluso dall’elenco del governo e quindi la speranza di accedere ai finanziamenti europei sarebbe stata solo una chimera.
Insomma come direbbe lui stesso: “Le sòlete chjacchjere”!
AREADEM
I COORDINATORI
Rosalia Nappa – Francesco Antonio Forte