“Abbiamo reso ufficiale e manifesta la volontà di otto comuni dei Monti Dauni di porsi come un unico soggetto di fronte agli altri livelli istituzionali. Il nostro “Progetto per l’Appennino Dauno”, in una seconda fase, arriverà a integrare altri cinque centri di quest’area. L’obiettivo è quello di costruire una governance condivisa del territorio, per fare dei nostri comuni un unico, grande laboratorio dello sviluppo sostenibile”. Così Francesco Santoro, sindaco di Celenza Valfortore, domenica 19 settembre ha sinteticamente illustrato il percorso intrapreso unitariamente dai comuni di Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, San Marco la Catola e Volturino. Un percorso che, a breve, sarà condiviso anche da Lucera, Torremaggiore, Biccari, Carlantino e Volturara Appula, fino a mettere insieme 13 comuni, per una superficie territoriale di oltre 1500 chilometri quadrati e un bacino di circa 70mila abitanti. “Stiamo già costruendo una governance condivisa – ha dichiarato Rino Lamarucciola, sindaco di Pietramontecorvino – I nostri comuni sono una voce sola non solo nel progetto del Tsr (Territorio Socialmente Responsabile) ma anche nell’iter per il riconoscimento del Sistema Turistico Locale dei Monti Dauni, nell’adesione al Patto dei Sindaci sancito a Bruxelles lo scorso 4 maggio, nella valorizzazione del Sic (Sito d’Interesse Comunitario) Monte Sambuco”. L’Europa premia i progetti che aggregano territori, competenze e risorse sotto il cappello di una visione strategica condivisa. Per i Monti Dauni, quella ‘visione’ è rappresentata dall’uscita dalla marginalizzazione attraverso un processo di crescita integrata che punta tutto sulle vocazioni autentiche del territorio: agroalimentare di qualità, turismo verde, ricerca ambientale, utilizzo concertato e non invasivo delle energie rinnovabili, mobilità sostenibile, sviluppo urbano che riqualifica e crea nuove funzioni, internazionalizzazione delle piccole imprese e formazione di nuove professionalità che possano lavorare sul territorio.
“Si tratta di un modello applicabile all’intera Capitanata – continua Santoro – Se ci limitiamo ai 29 comuni dei Monti Dauni e a Lucera, già possiamo comprendere di cosa stiamo parlando: questa è un’area che ha città d’arte, castelli, cinque siti ambientali d’interesse comunitario, numerosi comuni la cui qualità turistica e ambientale è stata certificata con marchi d’eccellenza. Contiamo su importanti aree archeologiche, percorsi storici e paesaggistici di rilievo come i Regi Tratturi e presidi di qualità per l’agroalimentare, l’enogastronomia, l’artigianato. E’ su questo patrimonio di risorse che dobbiamo far leva per invertire la tendenza della crisi e costruire condizioni di sviluppo reale”.
FONTE COMUNE