Chiudi

MORANDO: “PIANO DEL LAVORO NOCCIOLO DEL RIFORMISMO; DI VITTORIO VERO LEADER”

“Il Piano del lavoro è il nocciolo del riformismo, esprimendo con compiutezza una via per il cambiamento del sistema, e Giuseppe Di Vittorio è figura politica che, pure nello straordinario gruppo dirigente della sinistra all’epoca, non aveva eguali per coraggio e capacità di visione”. E’ la valutazione espressa da Enrico Morando, deputato del PD nelle ultime 5 legislature ed autorevole componente della corrente liberal, intervenendo alla presentazione del volume ‘Crisi, rinascita, ricostruzione – Giuseppe Di Vittorio e il Piano del lavoro (1949-1950)’ (Donzelli) curato da Silvia Berti, vicepresidente dell’associazione Casa Di Vittorio, che ha partecipato all’evento organizzato dalla Libreria Laterza di Bari insieme a Vito Antonio Leuzzi, presidente dell’I.P.S.A.I.C.

 

Ad introdurre i loro interventi Alessandro Laterza, vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, convinto della necessità di “ritornare a riflettere sulle elaborazioni di chi ha cercato di tracciare una rotta per il Paese nel dopoguerra, perché può essere d'aiuto a trovare l'energia necessaria ad affrontare il rischio di un'emorragia occupazionale epocale che non appare essere adeguatamente valutato nel dibattito politico”.

 

“Il solco tracciato da Di Vittorio può essere riscoperto per imboccare la via delle riforme ed è questo uno dei nostri obiettivi”, gli ha fatto eco Silvia Berti, riprendendo una celebre frase del nonno, fondatore della Cgil e difensore in armi della Camera del Lavoro di Bari: “Il vero coraggio è quello delle riforme”. Di qui la proposta di un “patto fra produttori, che tenesse conto delle compatibilità insite nel sistema capitalistico, a cui i lavoratori avrebbero contribuito, nonostante la loro condizione di miseria, con una modesta percentuale sui salari o sotto forma di un lavoro supplementare che si farà per il futuro della nazione”. Ciò affermato in piena guerra fredda, con l’auspicio che “la classe dirigente, a partire da quella del PCI, comprendesse la sostanza politica del piano: uscire dallo scontro frontale. Purtroppo – ha concluso Berti – lo sforzo non fu compreso e il piano fu fatto fallire”.

 

Eppure la “filosofia civile” di Giuseppe Di Vittorio, a parere di Vito Antonio Leuzzi, produsse frutti: “Il Piano del lavoro mise in moto le inchieste parlamentari sulla miseria e sull’occupazione; accelerò la riforma agraria e anticipò la missione della Cassa per il Mezzogiorno. Soprattutto, interpretò i bisogni immediati del popolo e mobilitò grandi masse, promuovendo il confronto tra operai, braccianti e intellettuali”.

 

Tutte ragioni che hanno indotto Enrico Morando ad affermare che “la politica di oggi trarrebbe straordinaria utilità a leggere le relazioni di Giuseppe Di Vittorio sul Piano del lavoro”. Innanzitutto, “imparerebbe a discutere della realtà senza celarsi i problemi che emergono dalla realtà”; ad esempio introducendo tra i criteri che definiscono le politiche economiche e sociali “la valutazione, che Di Vittorio fa, del differente costo della vita nella zone d’Italia, senza cui si rischiano di produrre disastri e che non hanno come risposta unica l’introduzione delle gabbie salariali”.

Altro tema affrontato con la stesura del Piano del lavoro è “la relazione tra il popolo e i portatori di competenze tecniche, stabilita e promossa con l'obiettivo dell'acculturazione reciproca”. Un’apertura politica che indurrà Di Vittorio ad “accogliere, seppure in parte e con grande cautela, teorie economiche di ispirazione keynesiane allora osteggiate dalla sinistra comunista, affermando che i lavoratori non vogliono l'inflazione, che li impoverisce, ma comprendono che governando l'immissione di denaro si può attivare un nuovo ciclo economico, dunque nuovo lavoro e nuovo reddito”.

“E’ questa una delle espressioni più alte e moderne di leadership democratica, perché capace di interpretare le esigenze del popolo in un frangente pur così critico e non di assecondarle semplicemente mettendosi alla testa della protesta. Giuseppe Di Vittorio mostra un coraggio politico che ha pochi eguali – ha concluso Enrico Morando – che lo spinse a non recedere di fronte all'opposizione frontale di Palmiro Togliatti al Piano del lavoro sul piano politico, ideologico ed economico, e lo convinse ad affermare la disponibilità a sostenere il Governo capace di realizzare riforme per la rinascita del Paese e per il lavoro”.

admin

Redazione

Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata.

Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata. Cronaca Politica Sport e Curiosità, questi sono alcuni degli ingredienti della nuova testata giornalistica. Qualcuno potrebbe obbiettare che per una realtà come Lucera, i quotidiani on line siano troppi. Mi permetto di non essere d'accordo, in quanto più voci raccontano la realtà, più possono essere divulgati i pareri e le opinioni della gente, dopotutto la democrazia è sopratutto questo. La nostra testata, infatti, è libera e dà libero accesso a chiunque voglia collaborare ed esprimere il proprio pensiero, sottolineo che comunque il rapporto è libero e gratuito. Ringrazio sin da ora chiunque potrà dare la sua la fattiva collaborazione. Dopo essere stato uno degli editori, di Sunday Radio ed una delle sue voci più famose per tantissimi anni, mi appresto ora ad affrontare una nuova avventura, questa volta nel web e spero che questa sia foriera di successi e nuove soddisfazioni. Le premesse e l'entusiasmo ci sono, a voi lettori il giudizio finale.

Lucera / Foggia / Italy

redazione@luceranet.it

Social Counter