Quando è nata nel 1991 i più ottimisti le accreditavano una vita non molto lunga, poiché la classificavano tra quelle iniziative a sfondo estemporaneo, a circolo ricreativo, destinate ad addolcire le pene della terza età, come dire della vecchiaia. Invece, straordinariamente e sorprendentemente l’UNITRE, l’Università della terza età - è di questa che stiamo parlando - è riuscita a resistere all’usura del tempo, distendendosi in un arco di ventidue anni attraverso un calendario di iniziative tutte interessanti e culturalmente valide. E’ riuscita a resistere – diciamolo subito - prima di tutto perché già in partenza si è rivelata come iniziativa seria, affidata allo straordinario attivismo di Pietro del Po’, il quale ha creduto fermamente in questo progetto, come ebbe modo di dirci il compianto mons. Antonio Del Gaudio, cui venne affidata la prolusione di apertura per diversi anni. E come anche il sottoscritto verificò personalmente quando venne chiamato a relazionare sullo stato di salute e sulla organizzazione della stampa nazionale e locale. L’Università della terza età è diversamente articolata. Prima di tutto offre l’occasione ai partecipanti, anziani e non, di impiegare utilmente il tempo libero, consentendo a tutti, come dire?, di fare un ripasso del proprio bagaglio culturale e professionale, il che non gusta mai, tenuto conto dell’evoluzione rapita della materie trattate.
Non solo ripasso. Anche approfondimento, perché i relatori sono figure che nel pratico si occupano dei temi trattati, per cui possono offrire un contributo molto attualizzato, che si aggancia magnificamente con il pregresso. Ovviamente, il programma non è roba da vecchi rincitrulliti, come si potrebbe pensare all’esterno, bensì si sviluppa attraverso un itinerario di seria professionalità, che non ha nulla da invidiare ai percorsi universitari riservati alla prima età. Come quando il medico parla di medicina o il regista teatrale di teatro, oppure di poesia attraverso il poeta ancora in attività. E, poi, non bisogna trascurare l’aspetto psicologico, perché il fatto di essere impegnati a livello cerebrale è un una occasione straordinaria per tenersi in allenamento mentalmente, di sentirsi ringiovaniti e, perché no?, anche utili all’interno soprattutto delle rispettive famiglie, per fornire ai più giovani elementi di conoscenza e di approfondimento che la scuola ordinaria difficilmente fornisce.
Anche la partecipazione è costante ed entusiastica. E’ ammirevole il passaparola di quanti si fanno portavoce dell’iniziativa, portando all’esterno in modo entusiastico la propria esperienza riferita agli anni precedenti. E, inoltre, consente ai ” professori” di trovare un impegno certamente fuori dell’ordinario, da cui poter prendere a piene mani l’esperienza dei partecipanti, alcuni dei quali nella loro vita hanno esercitato attività di alto profilo professionale. Anche quest’anno accademico (2013-2014) il calendario delle manifestazioni è di tutto rilievo, un calendario che abbraccia materie articolate e spalmate su temi di grande attualità ed interesse artistico-culturale.
a.d.m.