Riscontriamo con amarezza che anche il sindaco Pitta e la sua Giunta prosegue nella ormai consolidata prassi delle passate amministrazioni comunali: l’autoreferenzialità.
Chiuso nelle “quiete stanze” del Palazzo e senza confrontarsi con nessuno, né a livello istituzionale (consiglio comunale) né tanto meno con la cittadinanza, ha partorito un elenco variegato di progetti per Lucera.
E’ legittimo che l’Amministrazione locale, in quanto rappresentanza della comunità, si assuma le proprie responsabilità operando delle scelte. Ma non prima di aver recepito e condiviso democraticamente le principali istanze provenienti dalla società civile (e non solo da alcune potenti lobby locali).
Entrando nel merito dell'elenco, più che un insieme di progetti coerenti con una lucida idea di sviluppo della Città, sembra una lista della spesa. Spese consistenti ma scollegate dai necessari riferimenti ad investimenti infrastrutturali.
Dal documento non traspare minimamente una progettualità organica di sviluppo locale ecosostenibile nel medio termine, una progettualità inclusiva anche di raccordi sinergici con i comuni limitrofi.
Alcuni interventi finalizzati a contrastare il dissesto del territorio (consolidamento dei versanti collinari) e a valorizzare la Fortezza Angioina e l’Anfiteatro romano possono avere un senso.
Di altri francamente sfugge la priorità. Si vuole migliorare ed efficientare l'(ex) Palazzo di Giustizia, chiuso da tempo e ridotto ad un rudere: per farci cosa? Si vuole realizzare l'ennesima pista ciclabile: qualcuno la userà mai?
Risorse pubbliche disperse confusamente in mille rivoli invece di confluire in un piano organico di sviluppo locale. Sembra quasi che il sindaco Pitta abbia inteso il PNRR come un mega superbonus 110% per l’Amministrazione locale!
E non ha colto le principali finalità indicate nel PNRR per le aree del Sud economicamente svantaggiate: investimenti in infrastrutture per sostenere la ripresa economica all’insegna della transizione ecologica, della digitalizzazione e dell’ inclusione sociale e territoriale per contribuire a ridurre il divario Nord-Sud.
E non ha colto l’essenza della "transizione verde", che non si ottiene solo con qualche pista ciclabile, ma con lo sviluppo di un'economia ecosostenibile finalizzata alla circolarità della gestione dei rifiuti. Un'economia sana che si sostituisca a quella delle discariche e a quella dell’ abnorme incentivazione del trattamento dei rifiuti finalizzato al recupero di energia.
E non ha colto, ignorandole, le tematiche connesse all’ economia circolare, già relegate dal Governo Draghi a “Cenerentola” del PNRR.
Lucera Non Tace ha sollecitato spesso i politici locali a non lasciarsi sfuggire l’opportunità del recovery plan, invitandoli ad attivarsi principalmente sul binario infrastrutturale (oggetto di vari comunicati precedenti), essenziale per avviare uno solido sviluppo economico del nostro territorio lungo le direttrici dell’agricoltura, del turismo e della salvaguardia di ambiente e territorio.
Oggi Lucera Non Tace rinnova il suo appello, sollecitando ancora una volta gli Amministratori locali, i Consiglieri regionali e i Parlamentari di Capitanata ad attivarsi congiuntamente nello spirito del confronto pubblico e nello spirito di un bene comune più ampio che superi lo steccato del proprio campanile.
Questa potrebbe essere l’ ultima chance di rinascita del nostro territorio.
Associazione Civica Lucera Non Tace