Dal 24 al 28 agosto, i carlantinesi torneranno a collaborare col gruppo di ricercatori che, dal 1996, sta conducendo una ricerca sul patrimonio genetico di Carlantino. L’Ambulatorio Comunale accoglierà i cittadini che decideranno di sottoporsi ad alcuni esami inerenti alla “genetica del gusto”. Con “Progetto Carlantino”, 14 anni fa, il gruppo di ricercatori coordinato dal professor Paolo Gasparini scelse il ‘paese della diga’ quale laboratorio per identificare i fattori ambientali e genetici di una serie di patologie. La scelta ricadde sulla popolazione carlantinese poiché all’interno di questa comunità è stata storicamente e statisticamente rilevata una forte endogamia, la tendenza di donne e uomini a unirsi in matrimonio esclusivamente all’interno del proprio gruppo sociale locale. Per effettuare tale ricerca vi era bisogno degli alberi genealogici di tutta la popolazione. Un lavoro di ricerca storica svolto da Girolamo Iosa, scrittore carlantinese che ha riassunto nel libro “I Cognomi di Carlantino”, pubblicato nel 2002, la ricognizione di 563 famiglie per un albero genealogico lungo un chilometro e 200 metri. La documentazione delle genealogie di Carlantino è stata la base per avviare lo studio genetico. L’adesione alla ricerca dei cittadini carlantinesi è stata assolutamente libera. La Seconda Università di Napoli, Centro Interdipartimentale di ricerca e management, ha elaborato e gestito gran parte del progetto. La popolazione di Carlantino si è dimostrata fin dall’inizio entusiasta e ha partecipato in modo volontario allo studio. Ben il 94% degli abitanti ha scelto di sottoporsi ai numerosi esami condotti da un team costituito da personale specializzato. Misure antropometriche (peso, altezza e circonferenza vita) hanno evidenziato che nella popolazione carlantinese, rispetto alla media nazionale, c’è una maggiore incidenza statistica dell’obesità e del tabagismo, mentre è molto meno rilevante la propensione a consumare alcolici. Altri dati hanno evidenziato che un’alta percentuale di abitanti è diabetica e presenta valori elevanti riguardo la pressione arteriosa. Dalla ricerca è emerso, inoltre, che molti carlantinesi sentono male: dai 40 anni in poi, un’altissima percentuale di residenti ha problemi di udito: su 400 persone esaminate, 120 hanno necessità di correggere il problema con un apparecchio. Le visite oculistiche hanno evidenziato un’altra particolarità dei carlantinesi: nel paese della diga, rispetto al resto d’italia, la miopia ha un’incidenza infinitamente inferiore, mentre molti abitanti sono affetti da cataratta. Nei prossimi giorni, il team di ricercatori indagherà sulla genetica del gusto con esami che utili a identificare i fattori genetici responsabili della diversa percezione dei gusti, al fine di comprendere i meccanismi che regolano le scelte alimentari. “Il lavoro dei ricercatori di Progetto Carlantino ha ancora bisogno dei carlantinesi – dichiara Paolo Gasparini – In questi giorni sarà effettuato il test del gusto e sarà somministrato un questionario per la valutazione delle preferenze alimentari. Uno specialista sottoporrà ai volontari un test per la valutazione dello stress e, infine, sarà effettuato il prelievo di un campione di sangue. E’ importante ricordare che la partecipazione è assolutamente volontaria e che questi esami, naturalmente, non presentano alcun tipo di rischio ma piuttosto uno strumento utilissimo per la ricerca genetica”.